Il caso del pandoro Balocco e Chiara Ferragni ha portato l’attenzione sulle regole della comunicazione pubblicitaria sui social. In questo articolo, esploreremo i principi dell’influencer marketing, l’importanza degli hashtag e le tariffe degli influencer. Un mondo che va oltre il mero fenomeno culturale, ma che coinvolge un considerevole fattore economico.
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I principi dell’influencer marketing
Il settore dell’influencer marketing in Italia rappresenta quasi mezzo milione di posti di lavoro, con un giro d’affari che si avvicina ai 350 milioni di euro, dati stimati per il 2023. Un fenomeno in costante crescita dal 2020/2021, con influencer e creator che svolgono un ruolo cruciale. Le regole attuali sono stabilite nel Testo Unico sui Servizi di Media, esteso anche alle piattaforme video come YouTube.
Gli hashtag sono diventati essenziali per la comunicazione pubblicitaria sui social, con #ad e #adv, oltre alle varianti di supplied come gifted o invited. Questi indicano che il contenuto è stato fornito o donato all’influencer, evitando omissioni che potrebbero portare al temuto shadow ban o addirittura alla sospensione dell’account.
L’uso degli hashtag varia nei diversi settori, con la moda in testa (26,8%), seguita da cibo (19,9%), cosmesi (13,2%), entertainment (9,1%) e salute (8,3%). Una trasparenza maggiore in alcuni campi rispetto ad altri, ma la consapevolezza dell’importanza di questi segnali è fondamentale per evitare conseguenze indesiderate.
Quanto guadagna un influencer?
Gli influencer hanno regole e una classificazione basata principalmente sul numero di follower, determinando tariffe indicative. Secondo il tariffario di DeRev, i creator più piccoli possono guadagnare circa 100 euro a post su piattaforme meno redditizie come Facebook. Al contrario, profili con 1-3 milioni di follower su piattaforme come TikTok o YouTube possono ottenere compensi che superano i 75-80.000 euro.
Instagram, con la sua diversità di contenuti, presenta valutazioni diverse: i post fissi possono valere il triplo rispetto alle Storie che scompaiono dopo 24 ore. È fondamentale considerare che i valori non sono uniformi e variano tra le diverse piattaforme. Ad esempio, su YouTube, 1 milione di follower è sufficiente per richiedere tariffe simili a un influencer con 5 milioni di follower su Instagram o TikTok.
Nuove norme in arrivo
L’AgCom dovrà prestare attenzione alle nuove norme dell’influencer marketing, considerando criteri qualitativi oltre a quelli quantitativi. Un approccio basato solo su follower ed engagement potrebbe portare a distorsioni. È necessario definire regole più precise per garantire una comunicazione etica e trasparente.